Iniziamo analizzando il significato di questa parola: Fibro (fibre) Mio (muscoli) Algia (dolore). Letteralmente dolore alle fibre muscolari. Il termine fibromialgia, che viene ormai etichettato come una sindrome, è catalogato come l’insieme di sintomi e dolori diffusi in tutto il corpo in assenza di una patologia che sia responsabili dell’insorgere di questi problemi. La medicina tradizionale, ha infatti coniato questo termine al fine di rassicurare i pazienti che soffrono di tali disturbi, affinché essi percepiscano di non essere i soli ad avere questo problema.
La Fibromialgia in realtà non esiste e tutti i sintomi inspiegabili legati ad essa (che non trovano riscontro a livello di indagini strumentali), sono riconducibili in moltissimi casi alla tensione sulla dura madre.
Alcuni tra i sintomi più comuni riscontrati in pazienti con tensione della dura madre si manifestano come:
- Dolori cronici
- Cefalee (spesso fontali, occipitali che aumentano con una flessione della testa: movimento che aumenta la tensione sulla dura madre)
- Sbandamenti
- Problemi di concentrazione
- Fastidi mestruali (flussi abbondanti e/o dolorosi)
- Bruciore/pesantezza intorno agli occhi
- Dolori all’articolazione temporo-mandibolare
- Fastidi e pesantezza a livello cervico-dorsale
- Dolori e pesantezza intorno alle spalle
- Pseudo sciatica e brachialgia (che non trova riscontro su risonanza magnetica e/o elettromiografia)
- Rigidità, mal di schiena diffuso e generalizzato al risveglio
- Stanchezza al risveglio
- Dolori a livello sacro-coccigeo
- Se presente per lungo tempo, la tensione sulla dura madre è in grado di causare un avvicinamento delle vertebre cervicali, conducendo in ultima analisi a una protrusione dei dischi intervertebrali.
La dura madre è una delle tre meningi che avvolge il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). Essa si attacca a tutte le suture nel cranio, le prime tre vertebre cervicali, poi corre libera fino al sacro e al coccige, dove essa si ancora nuovamente. In condizioni normali questa membrana permette al midollo spinale di muoversi liberamente, ma quando essa va in tensione, crea trazione sul midollo irritando dunque i nervi e genera stress meccanici sulle suture craniche e sulla colonna vertebrale, in particolar modo a livello dei suoi attaccamenti.
Un’altra interessante caratteristica della tensione sulla dura madre è l’impedimento del normale flusso del liquido cerebro-spinale, che viene pompato su e giù all’interno della dura madre seguendo il ritmo respiratorio. Quando c’è tensione durale, questo meccanismo a pompa va in tilt causando un indebolimento generale di tutti i muscoli. Tenendo in considerazione che una persona respira in media 12 volte al minuto, le persone con il cosiddetto dural torque indeboliscono il proprio corpo 17280 volte al giorno. Risulta cosi facilmente comprensibile perché essi si sentano costantemente stanchi e deboli.
E’ evidente come la dura madre risulti essere importante per la salute e il benessere di una persona. Quando essa ha un funzionamento regolare, la colonna vertebrale è mobile, dunque non ci sarà nessuna interferenza sulla trasmissione nervosa, proprio perché non c’è nessuna trazione sui nervi e il midollo. In caso contrario si può verificare anche l’interferenza con il sistema a pompa del liquido cerebrospinale generando dunque molti sintomi diversi, che nonostante sembrino non essere in relazione l’uno con l’altro, in realtà, hanno la stessa matrice. Questa è la ragione per cui tutti gli esami strumentali risultano tutti negativi. Purtroppo ancora non esiste un test strumentale in grado di evidenziare la tensione sulla madre. Un’ultima informazione interessante riguardo la dura madre è che: specialmente in seguito a traumi, spesso intesi come cadute sul tratto sacro-coccigeo, i sintomi possono manifestarsi con molto ritardo, anche di anni. Proprio quando il corpo avrà esaurito tutte le strategie di compenso per il problema.
Quali sono le cause più comuni della tensione sulla dura madre?
– Aderenze in seguito ad interventi alla colonna
– Traumi (e.g. cadute sul sedere o traumi al cranio)
– Anestesia generale
– Parto
– Posizioni sostenute per lunghi periodi che causano posture sbagliate
– Il riposo su materassi o strutture eccessivamente morbide
– Lavori in bocca (e.g. ortodonzia, applicazione di byte laddove fosse inappropriato)
– Applicazione di plantari se non realizzate ad personam e in casi cui essi siano realmente necessari
Per il chiropratico kinesiologo, correggere la tensione sulla dura madre, è diventata una specialità. E’ molto comune che il paziente si rivolga al chiropratico laddove ogni altro tipo di terapia abbia fallito nel risolvere questo problema. Nel momento in cui le appropriate correzioni alle strutture coinvolte, vengono eseguite, il corpo riacquisisce la propria innata capacità di autoguarirsi. Per questo i sintomi andranno scemando piano piano fino a scomparire. Solitamente il trattamento chiropratico, in questi casi, consiste di:
– manipolazioni sul cranio (con tecniche molto dolci come la cranio-sacrale che sfrutta la respirazione per ripristinare il corretto scivolamento delle strutture craniche)
– Aggiustamenti chiropratici a livello del tratto cervicale alto, dell’osso sacro e del coccige.
– Lavoro sui muscoli correlati con l’articolazione temporo-mandibolare (principalmente gli pterigodei)
Dopo i primi trattamenti chiropratici, il ruolo del paziente nella terapia diventa più attivo, poiché egli va educato al mantenimento della propria salute con consigli relativi alla dieta. Alcuni tra i più preziosi sono:
– Eliminare il consumo di latticini di origine animale
– Eliminazione di cereali geneticamente modificati (eccezion fatta per: riso, sesamo e grano saraceno)
– Diminuire i tempi di cottura dei cibi
– Esclusione di oli raffinati
– Consumare il più possibile prodotti biologici al fine di non ingerire coloranti, additivi, pesticidi e ormoni
– Utilizzare integratori vitaminici